Alcune regole d’oro di marketing per praticare l’omeopatia serenamente e vivere felici.
- L’omeopata deve essere un medico. Gli omeopati italiani (e non solo quelli italiani) fanno lobbying affinché i parlamenti riconoscano ufficialmente il loro ruolo e richiedono che alla professione di omeopata possano accedere solo i laureati in medicina. Non che serva una laurea in medicina per prescrivere pillole di zucchero, ma la conoscenza medica è essenziale per riconoscere le vere malattie e per indirizzare il paziente verso terapie vere, in modo da evitare seri e costosi guai giudiziari.
- L’omeopata si deve presentare come uno scienziato. Dovrà quindi assumere gli atteggiamenti esteriori di chi compie ricerca in campo medico e citerà studi scientifici sull’argomento, avendo cura di omettere quelli che gli danno torto. Utilizzerà spesso espressioni incomprensibili e ragionamenti che suonano plausibili in modo da agganciare clienti distratti e desiderosi di credere in qualcosa di alternativo. Come rinforzo, userà anche una ricca aneddotica di guarigioni miracolose.
- L’omeopata deve enfatizzare l’aspetto complementare della sua disciplina. In realtà, affermando i principi della sua disciplina, l’omeopata mette in discussione la medicina scientifica alle fondamenta e sostituisce i principi della fisica e della chimica con fantasiose congetture pseudoscientifiche, ma è cosciente (nei casi migliori) che i suoi rimedi non curano alcunché. Quindi, nel caso in cui il paziente sia affetto da qualche patologia seria e sia già in cura da un medico, gli consiglierà di affiancare rimedi omeopatici ai farmaci che già assume, in modo da creare nel paziente confusione sulle cause della sua guarigione e indurlo a pensare che l’omeopatia è comunque un valido complemento alle cure tradizionali. In questo caso, l’omeopata affermerà con sicurezza che non c’è alcuna incompatibilità o interazione dei rimedi omeopatici con i farmaci tradizionali.
- Talvolta conviene presentare l’omeopatia come un’alternativa, non come un complemento. Nel caso in cui il paziente presenti piccoli disturbi (del tipo che evolve rapidamente verso la guarigione), oppure quando il paziente avanzi richieste vaghe (tipo Vorrei qualcosa che rafforzi le mie difese immunitarie oppure Dato che ci avviciniamo all’inverno, cosa mi può dare che mi protegga da eventuali raffreddori?) allora l’omeopata prescriverà svariati rimedi omeopatici e contemporaneamente vieterà al paziente l’uso di farmaci tradizionali, perché interferirebbero con la chimica esoterica delle diluizioni infinitesime. Anche in questo caso, quando la condizione patologica si risolve da sé, il paziente si convince che il rimedio omeopatico è stato efficace.